Caro signor Malabaila

A leggere "Quando Primo Levi diventò il signor Malabaila", cronaca avvincente scritta da Carlo Zanda, si rimane presi nella vita e nei pensieri di uno dei più grandi scrittori italiani. Che per un po' ha usato un altro nome...
Il signor Luigi Malabaila aveva un'officina di elettrauto al
numero 117 di Corso Giulio Cesare a Torino. Da lì tutti i giorni ci passava
Primo Levi con la sua automobile per raggiungere la fabbrica di vernici Siva,
dove ha lavorato come chimico e come dirigente. Un mestiere che Levi ha fatto
per tutta la vita. Una passione grande la sua per la chimica, come quella per
le parole. Il nome Malabaila, per la precisione Damiano Malabaila, è tanto
importante nella vita di Primo Levi perché è lo pseudonimo che si è scelto nel
1966 per firmare una raccolta di racconti, Storie naturali. Racconti
fantascientifici, strambi, stralunati, pieni di realtà e fantasia, futuribili.
Di usare lo pseudonimo non l'ha deciso proprio lui, pare che a chiederglielo
sia stata la casa editrice Einaudi, con cui Levi pubblicava. Un'azione
cautelativa, una poca lungimiranza, un attimo di esitazione, vai a sapere...
L'autore di "Se questo è un uomo" e "La tregua", scritti un po' di anni prima,
non poteva passare così repentinamente a un genere tanto fantasioso.
D'altra parte Levi su questo episodio pare si sia mantenuto
vago. Glielo aveva chiesto la casa editrice, ma condivideva l'idea... Fatto sta
che di fronte alla richiesta lui, nella calda estate torinese del 1966, prende
tempo per pensare. E infine, il 22 agosto, decide. Accetta di usare uno
pseudonimo e si sceglie il nome. Malabaila è stampato sopra una grande insegna,
in cima all'ingresso dell'officina. Un nome con una sonorità strana, melodiosa
e difficile. Un cognome piemontese piuttosto antico che pare abbia diverse
origini. Su tutte, quella preferita da Levi era: cattiva balia. Dirà:
"Malabaila significa 'cattiva balia': ora, mi pare che da molti dei miei
racconti spiri un vago odore di latte girato a male, di nutrimento che non è
più tale...". Caro signor Malabaila, ovunque tu sia, grazie di cuore, per
essere stato un chimico e un fantastico cosmonauta.