Come nei cartoni animati

10.04.2023

La strada si arrampica su per la collina. Intorno, il buio ha fatto svanire il mondo. Solo guardando avanti posso riconoscere la presenza di qualcosa che, comunque, non assomiglia alla realtà.
I fari della macchina illuminano il sentiero di terra battuta e sassi, ma la presenza dell'uomo è lontana.
Poi quel ponte di un cartone animato, finto e instabile. Ci avviciniamo e giuro, giuro che non potrà reggere il nostro passaggio.
E invece regge, proprio come nei cartoni animati, dove la vita e il peso delle cose corrono di continuo a ridosso del baratro.
Penso a Mister Magoo. Faceva parte di un programma di cartoni animati domenicale, all'ora di pranzo. Ma la televisione lo trasmetteva anche di pomeriggio, durante la settimana.
Ero affascinata da Mr. Magoo, un omino piccolo piccolo, usciva di casa parlando senza tregua del suo sprovveduto nipote che, a detta dell'encomiabile zio, era un pericolo pubblico da controllare a vista. Vista che Mr. Magoo non aveva.
Credeva di uscire di casa dalla porta, e invece infilava la finestra senza batter ciglio. Camminava lungo i cornicioni, salvato sempre sul filo del secondo da un'impalcatura o una carrucola vagante. Attraversava la città - per arrivare non si sapeva mai dove - il più delle volte ad una quota di venticinque-trenta piani sul livello della strada. Non aveva esitazioni Mr. Magoo e continuava il suo sproloquio, che dal nipote si estendeva al mondo intero, ai suoi pericoli e alla sventatezza delle persone, sbadate e incoscienti.
Inevitabilmente, quel mondo caotico e sconsiderato gli veniva sempre incontro con una costante, infinitesima possibilità di salvezza. E così com'era uscito di casa, aveva svolazzato per la città, magari lamentandosi per l'aria fresca d'alta quota, allo stesso modo rincasava, rincuorato dalle sicure e tranquille mura domestiche.
Ma chissà chi era stato a lasciare la finestra aperta, con tutti i ladruncoli che ci sono in giro… sicuramente il suo incosciente nipote.
Mr. Magoo, io credo, è stato ritagliato da un pezzetto della nostra anima. È lo sguardo velato sulle cose, non vede i movimenti di nessuno, non sente alcuna voce.
Ci vorrebbe lui qui con me ad attraversare quel ponte di un cartone animato, che a mio avviso non potrebbe reggere neppure la leggerezza di una farfalla.
Lui ci passerebbe sopra senza accorgersene, non sarebbe spaventato dal buio e dalla foschia dilatata dai fari. Non sentirebbe solitudine e desolazione in questo posto dimenticato da qualsiasi pensiero.
È una fortuna che ci siano luoghi dimenticati, luoghi che non hanno orme. Vorrei non vederli mai, perché non siano nei miei ricordi e in quelli di nessuno.
Posti che non hanno orme perché non meritano di essere attraversati o perché nessuno li conosce. A ben guardare è la stessa cosa.
Vogliamo scoprire tutto del mondo e della vita e non lasciamo un margine di mistero a nulla. Inevitabilmente le uniche cose sconosciute restano quelle - poche - che non hanno importanza.
Sono minime, la loro esistenza è ai margini, e sono le più preziose perché vivono nel silenzio.