La "piova" di Giorgio Baffo

13.02.2023

Questa poesia di Baffo mi è capitata sotto gli occhi nei giorni dell'acqua granda a Venezia, nel novembre 2019.
Sono stati giorni difficili per chi vive e lavora nella città d'acqua. Giorni anche di speculazioni, teorie, accuse, recriminazioni. Un clima fastidioso. E nessuno parlava delle persone, delle loro reazioni vere mentre stavano inzuppate nei resti della marea. Andando al di là del ponte della Libertà tutti i giorni, guardavo uomini donne e bambini; guadavo i muri delle case, i portoni, le calli, le salizade e i campi. Tutto era naturalmente vivo e lucido, e non solo per il salso steso sopra ogni cosa. Era una luminosità laboriosa, fatta anche di rabbia, eppure lapalissiana. Ecco, "Per le continnue piove" di Giorgio Baffo è Venezia com'è.

Per le continnue piove

Torna, amigo, el Diluvio universal,
Piova continnua e l'acqua sempre cresse,
Venezia è deventada un gran canal,
Dove i coccai và a beccolar el pesse.

Sarìa ben ch'i conzasse in Arsenal
La barca de Noè, perché i mettesse
Una cubia per sorte d'anemal,
Acciò che 'l mondo no se destruzesse.

Farò broggio anca mi d'esser liogà
Fra tante bestie, che sarà imbarcae,
Col passaporto d'esser maridà.

Podé, amigo, anca vù sperar assae,
Quando però no i voggia sobbissà
La razza delle bestie buzarae.

Giorgio Baffo (Venezia, 1694-1768)