Ricordi a ghirigori

18.02.2023

Oggi è saltato su un ricordo, uno di quelli che fb ti mette davanti: un anno fa, due anni fa, tre...
Non lo ripubblico. Riguardava Sciascia e un bel volumetto a cura di Salvatore Silvano Nigro sul suo lavoro editoriale, sull'accuratezza che metteva a valutare, sfogliare, annotare pensieri su libri da pubblicare. E ne scriveva magnificamente i risvolti di copertina.
Il ricordo però ha spostato lo sguardo su questa semplice edizione a ghirigori che era di mio papà de "Il giorno della civetta". La tengo accanto. Una volta stava nella sua felicemente rumorosa biblioteca di libri. E leggo a caso da pagina 68:

"La giornata era fredda ma luminosa, il paesaggio nitido: gli alberi, i campi, le rocce davano l'impressione di una gelida fragilità, come se un colpo di vento o un urto potesse frantumarli in un suono di vetro. E come vetro l'aria vibrava dal motore della seicento; e grandi uccelli neri volavano come dentro un labirinto di vetro, improvvisamente virando o strapiombando o verticalmente avvitando in su il loro volo come tra invisibili pareti. La strada era deserta. Sul sedile posteriore, il brigadiere D'Antona teneva il mitra con la bocca fuori del finestrino, il dito sul grilletto".