La casa delle lucertole

C'è una lucertola senza coda ferma vicino ai petali di
glicine.
Il vento li ha fatti cadere, la terrazza ne è tappezzata.
Chissà quale pericolo ha costretto la lucertola a lasciar
andare la sua coda. A volte è solo l'ombra delle cose che trattiene gli esseri.
C'è un sole caldo e avvolgente, una brezza leggera che
sfiora le cose, non più il vento dei giorni passati che ha disperso i petali di
glicine.
C'era un tempo in cui ogni parola era un mondo che si apriva
nell'anima.
C'era un tempo in cui avrei sfidato i venti più forti e
gelidi per raggiungerti.
C'era un tempo in cui il tuo silenzio sembrava raccontare
l'universo.
Ora le parole si perdono nel silenzio del mio cuore, il
vento soffia e mi spinge lontano, è caldo e il tuo silenzio non parla più di
mondi fantastici.
Ho visto la lucertola aggirarsi ancora tra i petali, poi ne ho vista un'altra più grande, con la coda, ma di un colore diverso dal resto del corpo.
C'è un luogo dove le ombre sono lontane
dove le lame non possono colpire.
C'è un luogo che raccoglie i colori di mille sguardi
e poi li getta nel vento.
E ci sono orizzonti lievi, fatti di respiri sospesi
in attesa di tutto
di te che guardi ma non ci sei.
Le lame di cento coltelli infieriscono sul solco
a divaricare gli estremi
e brucia, brucia nel ventre
un dolore acuto che sale agli occhi.
Anche quello scaglierò lontano
ma tremo
al pensiero di colpire la quiete e l'equilibrio
del mondo
eppure ci sono anch'io in quella ruota
che gira, gira
e girando mantiene tutto in un immobile silenzio.
Guardo anche quello che non vedo
come se oltre ci fosse il luogo agognato
la festa
come se ci fosse l'altra parte del mio sguardo.