Nel mito della Splendente

23.01.2023

Uno dei momenti più raccolti e intensi che, avendo questa inclinazione, ci si possa procurare è girovagare tra gli scaffali di una libreria. Non importa se piccola o grande, chiassosa o immersa nel silenzio. C'è un momento in cui ogni cosa sta negli occhi, tutti tesi a guardare le copertine o le coste dei volumi affastellati in verticale sugli scaffali. È una questione di occhi e di movimenti del capo per scorrere le copertine e piegarsi di lato a leggere il titolo messo dritto sul listello del libro. Un su e giù armonico e conturbante. Occhi e neuroni sono come a caccia. Quando accade, giro con la speranza di incontrare un piccolo segno che mi trafigga. Ecco, quella volta è stato così. La copertina di questo libro non passa inosservata. Perché è rossa e perché il titolo abbaglia nel suo stesso significato. Poteva essere una cosa qualunque, un gioco promozionale, uno specchietto, un'inezia. E c'è quel viso scolpito bellissimo e graffiato dal tempo che si è portato via quasi tutto il sorriso accennato. Cesare Sinatti è un ricercatore laureato in Scienze filosofiche. Ha scritto questo libro scorrevole, avvincente, turbinante, a partire dalla sua giovane e (a me pare) profondissima conoscenza dei miti e della storia, un'opera prima che nel 2018 ha vinto il Premio Calvino. "La splendente" è Elena. Figlia di Leda (moglie di Tindaro, re di Sparta) che, secondo il mito, viene presa da Zeus e amata con le sembianze di un cigno. Dal desiderio del dio supremo Leda partorisce due uova. Dal primo escono Castore e Polluce. Il secondo di aprirsi non vuole saperne. Leda attende e con lei Tindaro, finché dopo molto aspettare anche questo si schiude. Ne escono Elena e Clitemnestra. La prima è bianca e lucente, la seconda umanamente (e dolcemente aggiungo io) piange, sporca di umore e sangue. Come in un destino segnato. Della bellezza di Elena, di come fu contesa tra molti greci che la volevano in moglie, della guerra scatenata per lei, di Menelao che la sposò e Paride che la rapì, di ogni cosa ha cantato Omero nel fiume bellissimo dei suoi poemi (suoi o di tanti anonimi Omero perduti nella tradizione orale dell'antica Grecia, ma questa è un'altra storia). Cesare Sinatti, parte da Elena ma va molto oltre e alla fine sì, lei è la splendente, ma il racconto si addentra nel mondo avvincente di eroi, miti, guerre, mettendo una luce particolare e seducente sopra ogni figura. Così, Elena, Menelao, Clitemnestra, Agamennone, Paride, Ulisse, Penelope, Achille, Patroclo, Epipola, Palamede e tanti altri ancora, sono raccontati minuziosamente, nei loro intrecci, nelle conquiste e sconfitte, nell'umana bellezza, sempre osservati, a volte partecipati dagli dèi.