Don Robertson autentico

08.02.2023

Anche se il titolo in questo momento può sembrare di sapore incerto, sta in cima ad una delle letture più belle della mia intera vita. Le parole sono importanti, le parole hanno un peso, ancor di più quando si sollevano da sole per la loro stessa lievità. "L'ultima stagione" dello scrittore americano Don Robertson di Cleveland, Ohio, ha dentro il fuoco della narrazione pura. La casa editrice Nutrimenti sta traducendo (la penna felice, felicissima del traduttore è quella di Nicola Manuppelli) l'intera opera di Robertson (1929-1999), autore dimenticato nella sua stessa America, eppure immenso. Diciotto romanzi scritti. Nutrimenti in Italia li sta pubblicando uno a uno, Tra tutti cito "Paradise Falls", composto da due corposi volumi, "Julie" (romanzo inedito preziosamente ritrovato), "L'uomo autentico"... Tra queste pagine la parola scritta mi appare preziosa. Da trattare con cura, assaporare seguendo tutte le sue impercettibili variazioni. E quando uno scrittore riesce per un suo tocco, per un'urgenza che ha dentro e una magia tutta raccolta sui polpastrelli delle dita, a far filare i tuoi occhi parola dopo parola, rigo su rigo, e a prenderti le mani perché girino le pagine e il fruscio che le volta è un piacere terreno e sublime insieme, ecco, è potente, necessario, è uno scrittore vero. Senza che lui lo abbia mai preteso, imposto. Voluto sì, meravigliosamente.

"Ho la bocca aperta, l'aria è umida, l'erba è una chiazza verde che si estende tutto intorno a me. Porto gli occhiali, mi ballano sul naso, quindi li tolgo e li infilo in tasca senza preoccuparmi di metterli nella custodia che tengo in una tasca interna della giacca ed è talmente irrilevante da non attrarre un solo centimetro della mia attenzione in questo momento particolare, con questa bambina e il suo bellissimo gesto, e l'aria e il verde che mi avvolgono e mi lasciano passare, aprendo un sentiero per le mie falcate, e così ci muoviamo veloci, uno accanto all'altra, io e questa bambina gentile, e le sorrido e tengo il passo, e lei getta la testa all'indietro, i suoi capelli ondeggiano al vento, ride e rido anch'io (la sua voce soprana lima e affila il mio baritono irregolare), e l'erba è molle e umida, ora la mia mano libera è stretta a pugno, e non sarebbe fantastico se proprio adesso, alla mia età, Dio si decidesse a intervenire e scendesse a mettermi le ali ai piedi?".