Sciascia, scrittore editore

Leonardo Sciascia, scrittore e editore della Sellerio, la casa editrice nata nel 1969 a Palermo su ispirazione proprio di Sciascia. Per molti anni i suoi piccoli, brevi, incisivi testi hanno accompagnato le uscite dei libri. I risvolti di copertina, soprattutto. Rettangoli magici che di un libro sintetizzano il senso o uno dei sensi possibili. Piccole opere a sé, i risvolti sono un mondo da attraversare, mai da evitare in un'opera. Soprattutto quando si esita in libreria e ci si giostra tra centinaia, a volte migliaia di volumi. Più che mai necessario oggi in un'editoria spesso seriale e con encefalogramma preoccupante, i risvolti hanno avuto tempi gloriosi. Come quelli di Sciascia alla Sellerio. Il volume Leonardo Sciascia scrittore editore ovvero La felicità di far libri riedita una serie di interventi dello scrittore siciliano sugli autori più disparati per genere e nazionalità. Aprono porte al dettaglio, alla cura, alla partecipazione. Sono gioiellini quelli della collana La civiltà perfezionata che si presentava con il testo dell'autore in purezza, senza risvolti, ma con un piccolo segnalibro per ogni volume, provvisto di un testo scritto da Sciascia. Se ha senso sottolinearlo, a leggere in sequenza queste piccole storie che davano ragione alla pubblicazione di un autore, rimane la sensazione di una conoscenza profonda, di una sensibilità per il dettaglio e di una cura nella parola. Lo scrittore Sciascia è nei romanzi e nei saggi uomo di riflessione e impegno. Uomo di parola asciutta, fluida e necessaria. Da molti dei suoi romanzi e racconti sono stati tratti film bellissimi. Ne nomino tre: Il giorno della civetta (1968) di Damiani Damiani, Todo modo (1976) di Elio Petri, Porte aperte (1990) di Gianni Amelio. Sull'uscita solo annunciata nel 1978 del suo L'affaire Moro Sciascia scrive, riferendosi a Eugenio Scalfari e Indro Montanelli che ne parlavano già bene: "Ma è possibile che i due illustri giornalisti - e quanti altri si sono occupati di questo libro senza averlo letto - si sbaglino: e cioè che il libro non affascini, non commuova, non abbia qualità letterarie; che sia soltanto una nuda e dura ricerca della nuda e dura verità".