Steinbeck Capa, parole e immagini

Ai viaggiatori lenti. Osservo il flusso di
informazioni scorrere. È veloce. Nonostante tutto ho la tentazione di
rallentarlo. Torno allora a una lettura di qualche anno fa.
"Diario russo" è bello da assaporare. Quando
l'ho letto e a suo tempo ho fatto alcune riflessioni, ho sentito il tocco lento
di due viaggiatori straordinari. John Steinbeck e Robert Capa hanno
attraversato la Russia del dopoguerra (era il 1947), armati di penna uno,
macchina fotografica l'altro. Due narratori rari, con il dono di osservare e
attraversare la vita, i luoghi, le persone con sguardo intatto. Lasciandosi
sorprendere da tutto e trovando la densità di ogni cosa. Il diario scorre tra
le parole chiare, sonore e lievi di Steinbeck e le fotografie prese istante
dopo istante della vita com'è, meravigliosamente imperfetta, di Capa.
Esattamente come ho pensato un anno fa, questo diario non potrebbe avere una
forma diversa da quella del canto e controcanto tra parole e immagini. Forse
per farne un volume esteticamente all'altezza del grande fotografo ungherese le
pagine avrebbero dovuto avere una grammatura diversa e la carta una qualità
superiore, patinata, pregiata. Oppure sarebbe stato opportuno ridurre la
galleria fotografica ad un'appendice in fondo al volume, con una qualità a
parte. Non credo che Robert Capa lo avrebbe apprezzato. Quando salì sull'aereo
con Steinbeck per tornare negli Stati Uniti, tutti i negativi delle foto realizzate
in poco più di un mese di viaggio, erano nelle mani delle autorità russe, al
vaglio. Se li è visti recapitare, chiusi in una scatola piombata, sul rombo dei
motori. Nel tempo trascorso in Russia non aveva potuto svilupparne nessuno, non
sapeva neppure cosa ne sarebbe venuto fuori. Ma aveva la scatola tra le mani.
Il suo lavoro. Che sia arrivato tra le nostre mani, stampato su carta semplice,
ma fedele al viaggio, è un fatto bellissimo. Perciò spero che tutti i
viaggiatori, quelli che girano il mondo o vanno a fare una gita, quelli che
stanno a casa e muovono solo il pensiero, tutti, spero salgano sulle parole di
Steinbeck e sulle immagini di Capa, per vedere un pezzo di mondo che
diversamente non avremmo neppure sfiorato.