Steinbeck Capa, parole e immagini

15.02.2023

Ai viaggiatori lenti. Osservo il flusso di informazioni scorrere. È veloce. Nonostante tutto ho la tentazione di rallentarlo. Torno allora a una lettura di qualche anno fa.
"Diario russo" è bello da assaporare. Quando l'ho letto e a suo tempo ho fatto alcune riflessioni, ho sentito il tocco lento di due viaggiatori straordinari. John Steinbeck e Robert Capa hanno attraversato la Russia del dopoguerra (era il 1947), armati di penna uno, macchina fotografica l'altro. Due narratori rari, con il dono di osservare e attraversare la vita, i luoghi, le persone con sguardo intatto. Lasciandosi sorprendere da tutto e trovando la densità di ogni cosa. Il diario scorre tra le parole chiare, sonore e lievi di Steinbeck e le fotografie prese istante dopo istante della vita com'è, meravigliosamente imperfetta, di Capa. Esattamente come ho pensato un anno fa, questo diario non potrebbe avere una forma diversa da quella del canto e controcanto tra parole e immagini. Forse per farne un volume esteticamente all'altezza del grande fotografo ungherese le pagine avrebbero dovuto avere una grammatura diversa e la carta una qualità superiore, patinata, pregiata. Oppure sarebbe stato opportuno ridurre la galleria fotografica ad un'appendice in fondo al volume, con una qualità a parte. Non credo che Robert Capa lo avrebbe apprezzato. Quando salì sull'aereo con Steinbeck per tornare negli Stati Uniti, tutti i negativi delle foto realizzate in poco più di un mese di viaggio, erano nelle mani delle autorità russe, al vaglio. Se li è visti recapitare, chiusi in una scatola piombata, sul rombo dei motori. Nel tempo trascorso in Russia non aveva potuto svilupparne nessuno, non sapeva neppure cosa ne sarebbe venuto fuori. Ma aveva la scatola tra le mani. Il suo lavoro. Che sia arrivato tra le nostre mani, stampato su carta semplice, ma fedele al viaggio, è un fatto bellissimo. Perciò spero che tutti i viaggiatori, quelli che girano il mondo o vanno a fare una gita, quelli che stanno a casa e muovono solo il pensiero, tutti, spero salgano sulle parole di Steinbeck e sulle immagini di Capa, per vedere un pezzo di mondo che diversamente non avremmo neppure sfiorato.